Corto Maltese sta tornando. Bastien Vivès e Martin Quenehen reinterpretano il mito creato da Hugo Pratt in ′′ Oceano Nero “, in Italia edito da CONG – settembre 2021.

I primi di settembre esce “Oceano Nero”, una nuova storia del marinaio nato dal genio artistico e letterario di Hugo Pratt- Dopo le tre storie (“Sotto il sole di mezzanotte” del 2015, “Equatoria” del 2017 e “Il giorno di Tarowean” 2019) realizzate dalla coppia spagnola Juan Díaz Canales e Rubén Pellejero, ora tocca allo sceneggiatore Martin Quenehen e al disegnatore Bastien Vivès reinterpretare un personaggio con cui hanno sognato e viaggiato almeno tre generazioni di lettori.

L’EDITORE

In Italia il libro Oceano Nero – Corto Maltese sarà pubblicato da Cong, la società che detiene i diritti di tutta l’opera artistica di Hugo Pratt. Dice Patrizia Zanotti, managing director della società: “Con questa nuova interpretazione di Corto Maltese, Cong diventerà anche editore per l’Italia con titoli saltuari e a complemento dei libri che continueranno ad essere editati da Rizzoli Lizard che gestisce il catalogo completo di Hugo Pratt. Oceano Nero si distacca completamente dalla serie di Canales e Pellejero che integra e continua le avventure di Corto Maltese e il cui quarto titolo è previsto per la primavera prossima. In Oceano Nero Corto esce dalla biografia tracciata da Pratt. Un secondo titolo è già in lavorazione ci sarà quindi un’altra sorpresa in uscita prima di Natale”.

Corto Maltese_Oceano Nero

LA STORIA

Ci sono ancora molti segreti sulla trama, sui luoghi e sul periodo storico in cui si svolge quella che – a tutti gli effetti – sarà una storia che è destinata a catturare vecchi e giovani amanti di Corto Maltese e a dare una nuova impronta letteraria e grafica al personaggio uscito 54 anni fa dal genio, dalla cultura, dalla matita e dal pennello del maestro veneziano. Sarà un’avventura ricca di colpi di scena: ci sarà un arrembaggio in mezzo al mare, Corto avrà un fascino particolarmente sexy in una storia che sarà popolata da donne con ruoli importanti. Sembrerà di guardare un film d’azione, pieno di scene spettacolari, ma in cui la sensibilità e l’empatia di Corto saranno sempre protagoniste.

Ecco quello che gli autori hanno detto su “Oceano Nero”, in un’intervista realizzata da Casterman, l’editore francese di “Océan Noir”

Come è nato il vostro progetto di una nuova avventura di Corto Maltese?

Bastien Vivès : “Nei primi disegni che ho realizzato, Corto aveva un aspetto piuttosto moderno: senza berretto, senza panciotto, aveva solo una semplice maglietta da marinaio e non aveva nessuno dei suoi caratteristici accessori, poi tutto è rimasto in sospeso fino a quando ne ho discusso con Martin, quasi due anni dopo. Eh, sì perché bisogna sapere che da quando ci conosciamo, Martin non ha smesso mai di parlarmi di Pratt. Mi assillava sempre con la sua opera! Pratt di qua, Pratt di là … e a un certo punto gli ho detto “Dai forza, allora scrivi una sceneggiatura”.

Martin Quenehen : “Ho sempre detto a Bastien che per me, lui era il nuovo Pratt, quindi quando mi ha parlato di questo progetto, sono letteralmente impazzito! Perché per me, se esiste un fumetto che conta davvero molto, quello è proprio Corto Maltese… Quand’ero un ragazzino, mi proiettavo totalmente nel personaggio: Corto, era il personaggio che avrei voluto essere, con il suo portamento, il magnetismo… Insomma, mi sono venute in mente tante cose quando ho iniziato a riflettere su una storia, ma ho voluto evitare di mettermi a rileggere compulsivamente tutte le sue avventure. Sapevo che bisognava immedesimarsi in lui per poterlo rivisitare meglio.

Corto è un uomo libero, è immerso nel turbine delle guerre ma pensa a modo suo e non impone nessun punto di vista al mondo. Anche se passa tanto tempo con tanti figli di puttana – e Rasputin è uno fra i tanti – non li giudica mai”.

Il vostro Corto Maltese prosegue in un certo modo, ciò che avete avviato con Quattordici lugliovi è chiaramente una dimensione poliziesca in Oceano nero

Bastien Vivès: “Assolutamente. Corto è un mito che racchiude in sé un insieme di codici e apre la possibilità di mettere in scena tutti gli archetipi. Giustifica l’utilizzo di inquadrature a volte molto espressioniste, come all’inizio della storia, in particolare nella sequenza dell’arrembaggio”.

Martin Quenehen: “Naturalmente dovevamo costruire un intrigo coinvolgente, ma non serviva per forza una soluzione come spesso accade nelle avventure di Corto Maltese in cui l’eroe cerca un tesoro ma finisce per non trovarlo mai…volevamo mettere in risalto in particolare le emozioni che si alternano fra i vari protagonisti. E poi volevamo rivisitare i miti. La cosa che mi affascina maggiormente in Pratt e che volevamo a nostra volta cercare in Oceano Nero è la profondità narrativa, i differenti livelli di lettura, il modo di indagare le zone d’ombra della Storia dell’Umanità”.

C’è stata una forma di timore nell’idea di ridisegnare un’icona come Corto Maltese?

Bastien Vivès: “Sapevo che avrei dovuto affrontare il personaggio maschile più sexy del fumetto
– e trovo che siano abbastanza rari – Corto ispira un gran fascino e ammirazione sia alle lettrici che ai lettori. Riuscire a conservare quest’aurea in ogni vignetta, cercare di fare in modo che ogni volta che i nostri occhi guardavano Corto, lo si dovesse trovare estremamente attraente, è stata una grande sfida, volevo che si avesse sempre voglia di assomigliare a lui. Certo, c’è il suo fisico, il suo comportamento, ma mi piacerebbe anche che si potesse apprezzare anche il modo in cui si comporta, come accetta con naturalezza la sua sensibilità, come esprime la sua empatia”.

Martin Quenehen : “È molto interessante il fatto che Thierry Thomas abbia scritto nella biografia dedicata a Pratt (La vita è un segno, storia di Hugo Pratt e delle sue avventure Rizzoli-Lizard) che Corto è il personaggio “più femminile” di tutta l’opera dell’autore…Corto è anche un personaggio estremamente lucido, in fondo sa che quello che cerca non serve a molto, quindi, parte alla caccia di un tesoro pur essendo cosciente che non lo troverà, ma non è che gli interessi poi molto, alla fine avrà comunque viaggiato, fatto incontri incredibili, conosciuto e socializzato con culture diverse e affascinanti. Corto è un uomo di sentimenti ma anche, in un certo modo, una specie di rônin: un samurai senza maestro né castello, senza cause da difendere, eppure continua ad andare avanti. E anche se vive in un mondo che non esiste più, in mezzo a un’umanità impazzita, sregolata, prosegue sulla sua strada senza amarezza, senza cinismo. Corto non rinuncia mai ed è una cosa che trovo meravigliosa in lui”.

Come in Pratt, le donne hanno in Oceano nero un’importanza capitale: sono il motore della narrazione, in fondo sono proprio loro che spingono Corto da un capo all’altro del globo…

Martin Quenehen : “Le eroine di Pratt sono indubbiamente straordinarie, quindi era doveroso avere figure femminili all’altezza di quelle incrociate e apprezzate nelle precedenti avventure di Corto. Tuttavia, con Bastien non avevamo alcun programma del tipo “allora qui, ci vogliono donne forti, donne coraggiose, donne potenti, donne così o colà”. Niente di tutto ciò: le eroine di Oceano nero si sono sviluppate da sole nel corso dell’elaborazione della storia”.

Bastien Vivès: “In realtà, tutte le donne di Oceano nero hanno un ruolo di grande importanza nella società, mentre lui, Corto, non serve proprio a nulla!”.

Oltre al personaggio rivisitato, si percepisce anche un’evoluzione nel taglio delle scene: 

Martin Quenehen: “Sia io che Bastien, abbiamo necessariamente una visione dell’immagine diversa da quella di Hugo Pratt e degli autori della sua generazione. E anche se il fumetto e il cinema sono mezzi con le loro proprie caratteristiche, esiste una grande permeabilità tra le due forme di espressione. Pratt era l’erede della tradizione western, nonché dei film noir degli anni ‘40. Noi siamo figli del cinema d’azione degli anni ‘80-‘90. Del resto, credo lo si senta nelle nostre scene d’azione a proposito delle quali si è molto discusso tra di noi perché erano importantissime nel nostro schema. Un buon film d’avventura implica necessariamente scene d’azione spettacolari. In un buon fumetto succede esattamente la stessa cosa: bisognava trovare grandi momenti d’azione e con Bastien ci siamo impegnati a proporle ai lettori di Oceano nero.

Oceano Nero, Vivès e Quenehen

Bio – Bastien Vivès

Nasce l’11 febbraio 1984. Si forma alla Penninghen School of Graphic Arts e poi ai Gobelins. La sua carriera come scrittore di fumetti è iniziata sul serio nel 2007, quando ha pubblicato Elle (s) con Casterman. L’anno successivo pubblica Le Goût du chlore, che gli vale un primo successo di pubblico e il Premio Rivelazione al festival di Angoulême. Seguono Dans mes yeux e Amitiés étroites, una collaborazione con Thomas Cadène nella serie “Les Autres Gens”, poi il trittico Pour L’Empire, con Merwan Chabane, nella collezione “Poisson Pilote”.
Nel 2011 ha pubblicato Polina, che lo ha reso definitivamente noto al grande pubblico e ha vinto il Gran Premio della Critica, poi è stato adattato per il cinema da Angelin Preljocaj. Pochi mesi dopo, per l’editore Les Requins Marteaux, disegna lo strabiliante Les Melons de la colère, poi nel 2018 La Décharge mentale: “Sono affezionato a Bambi quanto a Russ Meyer” ha commentato.
Dal 2013 al 2019 ha prodotto in modo stacanovista con i suoi complici e amici Balak e Michaël Sanlaville, la serie Lastman. Premiato anche ad Angoulême, questo “manga francese” è ora disponibile nei videogiochi e nelle serie animate su France 4 e Netflix.
Nella primavera del 2017 è apparso Une soeur, che è stato un successo immediato proprio come Le Chemisier, pubblicato a settembre 2018.

Bio – Martin Quenehen

È nato l’8 maggio 1978. È cresciuto nella campagna della Normandia, vicino a Marcel Duchamp e Madame Bovary. Al college ha letto Sade, James Hadley Chase e Martin Veyron e ha creato una fanzine in cui sono apparsi i suoi primi thriller.
A 18 anni è andato a Parigi per fare una preparazione letteraria e poi facoltà di storia. La sua ricerca universitaria si è poi concentrata sui complessi residenziali HLM, dove ha prodotto i suoi primi servizi radiofonici. Ha poi insegnato per diversi anni nei quartieri settentrionali di Meulun, esperienza che lo ha ispirato a scrivere il romanzo Jours tranquilles d’un prof de banlieue. (Grasset, 2011).
Dopo una serie su Giovanna d’Arco, durante la quale lui e Bastien Vivès si incontrano di nuovo e iniziano a scrivere Quatorze Juillet. Durante lo sviluppo della loro graphic novel, Martin ha diretto il documentario Sur la trace des fakeaires, trasmesso in televisione, e si è imbarcato nel podcast Les Enquêtes du Louvre, che sarà trasmesso nella primavera del 2020.