Il 20 agosto sono passati trent’anni dalla partenza di Hugo Pratt per il suo viaggio più misterioso. Eppure. Eppure sembra che non se ne sia mai andato, tanto la sua presenza è viva e vibrante nelle parole di chi lo ha conosciuto personalmente o attraverso le sue opere.
«Corto era la sua proiezione. Due amici destinati ad andare d’accordo. Si erano incontrati e piaciuti, di tanto in tanto ciascuno partiva per conto suo. Nessuna rivalità, era nei patti.»
«La Ballata per me è stata l’origine di tre grandi momenti rivoluzionari: il primo per Hugo che ha scoperto il suo pubblico, il secondo per il romanzo grafico che trova la sua strada e il terzo per l’editore Casterman a cui Pratt dona una nuova identità”
«L’opera è una sintesi della vita di Pratt e delle sue letture. La sua arte si basa fortemente sulle sintesi – basta vedere le figure di King Kong e di Wolfram von Eschenbach nelle Elvetiche – e sulle ambiguità relative al significato della narrazione.»
«Pratt è principalmente un apritore di porte e questo gruppo di amici che oggi lo racconta è come una delle sue tribù riunite attorno al fuoco ad ascoltare le storie di Tusitala, il nome che gli indigeni di Samoa avevano dato a Robert Luis Stevenson, uno dei padri ispiratori di Pratt.»
LE PAROLE PER PRATT
Più che la celebrazione di una ricorrenza si è trattato di un incontro tra amici voluto, organizzato, introdotto e moderato da Patrizia Zanotti, da sempre stretta collaboratrice di Pratt ed oggi managing director di CONG.
«È difficile discernere la verità dalla leggenda – ma in fondo non è forse così importante – in un personaggio che riscrive continuamente la sua biografia assieme a quella del suo doppio perfetto, Corto Maltese.»
«Pratt parlava centro lingue, conosceva cento popoli, abbracciava cento culture, ha percorso cento mondi: anche quello perduto di Mu, la civiltà sommersa. È morto davvero? Esistono seri motivi per dubitarne.»
«Se n’è andato da trent’anni, ma a ben guardare non ci ha mai lasciato veramente. Si dice sempre così, ma stavolta è vero.»
Qui i visitatori trovano tutto il suo universo, ma anche lo spirito di un uomo che ha passato la sua vita alla ricerca dello sviluppo creativo di quello che era nato dalle sue letture
«Anche se l’autore ha sempre negato ogni autobiografismo, in Corto Maltese c’è Pratt e ci sono tutte le sue passioni. Ma sopratutto c’è tutta la sua cultura frutto delle onnivore letture e della sua vastissima biblioteca. Un oceano di spunti, citazioni, riferimenti storici che non smettono di affascinare e di scatenare la fantasia e la curiosità dei lettori.»
«Pratt era un’anomalia. Personalità anarchica e inquieta, rifiutava di essere ridotto a un’identità precisa o a una morale comune. Nato nel 1927, la sua fu una vita costantemente fuori sesto, quella di un nomade e di uno straniero, sempre in viaggio lungo rotte poco praticate.»
«Pratt no era un coleccionista. Los libros eran un elemento más de su paisaje cotidiano, estaban vivos. Por eso, al llegar a sus manos añadía anotaciones, subrayados, frases sueltas, bocetos, dedicatorias, direcciones o teléfonos, y los transformaba en material para sus propias historias.!
Le parole per Pratt, dai giornali
La Repubblica. Hugo Pratt, l’uomo che era davvero Corto Maltese.
Il Secolo XIX. Hugo Pratt si sentiva Peter Pan, l’avventura era la sua vita.
France Info. “Hugo Pratt et Corto Maltese étaient amis” se souvient la coloriste Patricia Zanotti
RSI. Cosa rimane di Hugo Pratt.
El País. Los 20.000 libros que inspiraron los viajes de Corto Maltés.
Le Temps. Hugo Pratt, toujours un peu plus loin dans le souvenir.
AFNews. Hugo Pratt, a 30 anni dalla morte – gli amici lo raccontano tra i suoi libri
Swisse Info. Corto Maltese plus vivant que jamais 30 ans après la mort de Pratt.
Corriere del Ticino. Et in Arcadia…Hugo
Le Matin. Il y a 30 ans que Corto Maltese est orphelin.
Il Post. Con Hugo Pratt il fumetto diventò un’altra cosa.
MicroMega. Il segno malinconico di Pratt, il poeta dello straniero.
Dimensione Fumetto. Hugo Pratt, a 30 anni dalla morte gli amici lo raccontano tra i suoi libri.