Il 10 aprile si sono aperte le porte della mostra “Hugo Pratt. Geografie immaginarie” a Siena. Un labirinto da percorrere attraverso le oltre 300 opere originali in mostra, dove perdersi tra acquarelli, bozzetti, tavole, schizzi e la parte etnografica.

Insieme a Opera laboratori e Cong SA – organizzatori della mostra- c’erano giornalisti, amici, addetti ai lavori, scrittori e autori. Ma sopratutto c’era Hugo Pratt. La sua presenza si sentiva negli sguardi dei personaggi nati dalla sua fantasia, nelle pennellate di colore proiettate nelle stanze immersive, nel senso di un viaggio tracciato in poche linee. È anche scesa qualche lacrima,  e ci sono stati molti sorrisi.

Il mondo di Pratt, nato in bianco e nero, può essere anche a colori, purché questi siano sognanti, a tempera o acquarello, e come dei miraggi attendano che i nostri occhi li riconducano alla realtà. Ancora a colori sono presenti in mostra le serigrafie quadrate che Pratt realizzo in risposta (polemica) alla pop art di Lichtenstein. Se quest’ultimo rubava vignette di fumetti, Pratt ingrandiva particolari che avrebbero potuto essere nelle sue. Sempre cambiando, sempre aspirando alla linea perfetta.

Luca Raffaelli, Il Venerdì de La Repubblica

LE PAROLE SULLA MOSTRA

Per farvi entrare nello spirito della mostra, vi riportiamo alcune delle frasi che sono state usate per raccontarla, da giornalistici, autori e scrittori. Un invito ad attraversare le sette porte dell’immaginazione prattiana e perdervi nel labirinto dei suoi riferimenti.

Un porticciolo, la nebbiolina che sale, una gozzo in mare, realtà, sogno, immaginazione, fantasia. È il tratto di Hugo Pratt a proiettare il visitatore in un mondo di chine, inchiostri, colori. Sembra davvero di poter navigare accanto a Corto Maltese, di poter scambiare due chiacchiere con Pandora, di dover fuggire dai crudeli cannibali Senik armati di lance. E poi ritrovare quelle lance, reali, insieme agli scudi. Svegliarsi e capire di non essere alla deriva nell’Oceano Pacifico, ma in piedi nelle bellissime sale rinascimentali di Palazzo delle Papesse a Siena, alla mostra “Hugo Pratt, geografie immaginarie”.

Giampiero Calapà, Il fatto quotidiano

Pratt semina rotte, aprendo e chiudendo porte, sospingendo fuori da qualsiasi comfort zone la nostra fantasia, incendiandola con il suo tratto, essenziale e mai banale; Pratt ci mostra un orizzonte infinito, una geografia immaginaria dei Mari del Sud o del deserto, attraversando frontiere e varcando confini, fedele alla realtà e, al contempo, sempre avvolto in un’atmosfera sognante fra nativi americani vittoriosi, contrabbandieri con ideali e soldati condannati alla disfatta della storia.

Francesco Musolino, La stampa

Ognuno di noi, sembra dirci Zanotti, ha un Corto Maltese interiore. Un mezzo pirata romantico, che ha girato il mondo in lungo e in largo, tra gente di malaffare e donne seducenti, uomini in guerra e in affari anche con il diavolo, vicende misteriose nelle calli di Venezia o nelle solitudini siberiane. Come non amare il marinaio che si incise la linea della fortuna sulla mano sinistra – ne era privo, gli rivelò una zingara – utilizzando il rasoio d’argento di suo padre?

Antonio Bozzo, Panorama

Qui i visitatori trovano tutto il suo universo, ma anche lo spirito di un uomo che ha passato la sua vita alla ricerca dello sviluppo creativo di quello che era nato dalle sue letture

Patrizia Zanotti, CONG SA

Se Corto Maltese, il personaggio decisamente più iconico tra quelli scaturiti dalla creatività del maestro, è un apritore di porte che stimola la curiosità e il desiderio di partire alla ricerca di nuove avventure, noi — che ci occupiamo di arte e bellezza in ogni loro aspetto — siamo pronti a seguirne le orme e a intraprendere viaggi verso rotte lontane.

Giuseppe Costa, CEO Opera Laboratori

“HUGO PRATT. GEOGRAFIE IMMAGINARIE”, ALCUNE IMMAGINI DELLA MOSTRA